Sant'Antonio Abate

271647852_10220490286742437_6574606854303553086_n.jpg

Il Santo patrono di Agerola è Sant’Antonio Abate e viene celebrato il 17 gennaio. La sua statuta è situata nella Chiesa di S.Pietro Apostolo, dove si svolgono i festeggiamenti in suo onore. Egli è il santo patrono del bestiame (cavalli e maiali in particolare), degli allevatori, dei fabbricanti di spazzole (che una volta venivano realizzate con le setole dei maiali), dei salumieri, dei macellai, dei commercianti di tessuti e dei droghieri. Egli, inoltre, è il protettore dei panerai (poiché durante la sua esistenza era solito intrecciare i cestini per non oziare), degli eremiti (fondò il monachesimo) e dei becchini (pare abbia dato sepoltura cristiana all’abate Paolo). Infine, viene invocato contro le malattie della pelle, i foruncoli, la scabbia e ovviamente il fuoco di Sant’Antonio, in conseguenza dei suoi combattimenti con il demonio.Come ogni anno viene presentato un programma liturgico, dopo la celebrazione della Santa Messa segue la benedizione degli animali domestici. In serata, dopo la Messa delle 18:00, in seguito alla ''levata del bambinello'' eseguita dal nostro Vescovo, c'è il falò allestito nella piazza della Chiesa di S.Pietro Apostolo nella frazione di Pianillo. Inoltre come da tradizione c'è la distribuzione del pane ''tortano'' tradizionale agerolese e dei calendari dell'anno corrente.

 272047161_462290542220866_1010122272569538911_n.jpg


ANTICO STEMMA DI AGEROLA

 L’antico stemma araldico di Agerola
 
Come è noto, l’attuale stemma civico di Agerola mostra una montagna a tre punte con in cima un albero1. Ma questo è lo stemma che il Comune di Agerola adottò ex novo nell’Ottocento.
 
stemma1.jpg
 
 
Circa trecento anni fa, lo storiografo Francesco Pansa, scrivendo di Agerola2. disse “…questa Terra fa per impresa l’ali d’un Corvo“; il che – detto in termini più moderni – significa che lo stemma civico di Agerola mostrava due ali di corvo.
La cosa è più o meno confermata da un documento del Fondo Mansi conservato presso l’archivio della Badia della SS. Trinità di Cava dei Tirreni, ove si legge una precisa “blasonatura” (descrizione verbale) dell’antico stemma araldico di Agerola:
“D’argento alla banda di rosso caricata da tre stelle d’oro a sei punte e affrontata da due ali nere d’aquila” 3. Lo scambio aquila-corvo4 è ciò che mi ha fatto dire che la descrizione del Pansa ne esce solo “più o meno” confermata. Ma in più abbiamo anche l’indicazione che le ali stavano una di qua e l’altra di là di una banda con sopra tre stelle a sei punte, per non dire dei colori (argento per il fondo, oro per le stelle; rosso per la banda e nero per le ali).
Fino a un anno fa circa, le descrizioni verbali di cui sopra erano tutto ciò che avevamo circa l’antico stemma di Agerola. Poi l’amico Franco Cuomo, instradato da Giuseppe Gargano, ha scoperto che tale stemma civico è raffigurato alla base del crocefisso marmoreo che si può osservare presso l’altare maggiore della parrocchiale della SS. Annunziata.
 
Come si afferma nella nota esplicativa che – molto opportunamente – è stata di recente affissa vicino al reperto, quella croce proviene dall’area del medievale monastero di Cospidi5. Sempre in quella nota si legge poi: “Risulta che Ferdinando Coppola di Crescenzo e di Giovanna Acampora (seconda moglie), parroco in Santa Maria di Agerola, aveva recuperato e sistemato la croce nella sua abitazione in Casa Coppola” per poi cederla a dei suoi nipoti che infine, nel 1937 la offrirono alla parrochia della SS. Annunziata.
I chiari segni di fratturazione e restauro (incluso il reintegro con malta di un pezzo mancante), mi fanno credere che l’oggetto fu trovato caduto per terra, probabilmente quando il convento – chiuso nel 1812 – era già in fase di disfacimento (vedi A. Mascolo, Agerola, 2003, pag 293 e segg.).
Pervenuta alla parrocchia, la croce fu murata presso la base Nord del campanile, dove è rimasta fino a pochi anni fa, quando si decise di trasferirla all’interno.
stemma2.jpg
 
Si tratta di una croce marmorea bi-fronte di circa 60 x 100 cm, con estremità dei bracci trilobate e simbolito Golgota (cocuzzolo roccioso) alla base. Essa è unita a un sottostante capitello di spolio, più antico e di marmo più chiaro. Sul retto la croce mostra il Cristo seminudo morente in croce e, quasi in cima, il cartiglio con l’INRI. Sull’altro lato, le estremità dei bracci orizzontali appaiono decorate con due busti in bassorilievi (Madonna e Angelo, o Maddalena). Sempre sul retro, mella parte basale della croce abbiamo uno stemma araldico in scudo di tipo gotico che è, appunto, l’antica insegna civica della Terra di Agerola.
 
 
Ad una prima analisi stilistica, la croce in questione può riferirsi ai secoli del Basso Medio Evo (come propone la citata nota espicativa), ma potrebbe anche essere cinquecentesca, per cui questo mio articolo vuole anche essere una sollecitazione a farla studiare da un esperto di Storia dell’Arte per averne una più certa e precisa collocazione cronologica e d’ambito.
Finzione e collocazione iniziale della “Croce di S. Lazzaro”
A questo riguardo osservo che la croce in questione è del tipo per esterno e che la relativa finezza della decorazione porta ad escludere che sia stata concepita per stare in cima a un timpano di facciata o altra posizione molto elevata. A mio parere doveva originariamente stare in cima ad una breve colonna isolata, come le croci stazionarie del Molis trattate da Franco Valente6 in un suo bel saggio pubblicato sul sito ripamici.it
 
COLONNA CON CROCE DI CASTELPRETOSOs3.jpg
 
Se davvero proviene dall’area di Cospidi7, quella colonna con croce me l’immagino posta laddove l’antico convento era lambito dalla via mulattiera che dalla località Finestra (Vettica Minore) saliva verso S. Lazzaro; via che troviamo citata già in documenti dei secoli XI-XIII.
Così collocata, la croce – con le sue due facce – indicava due cose al viandante: (a) che era giunto in un luogo spirituale dedicato al Cristo Salvatore e (b) che stava nel contempo entrando in territorio di Agerola; Terra di cui mostrava scolpito lo stemma.
 s4.jpg
 
 
I valori simbolici dell’antico stemma
Come ben sanno gli esperti di araldica (privata o civica che sia), non è sempre facile ricostruire a posteriori (oggi) e con certezza, quali attributi, valori e/o auspici voleva simbolicamente indicare l’autore di un antico stemma quando scelse le “figure araldiche” (cose, motivi geometrici, animali, ecc) da porvi, ciò per via della variabilità nel tempo e nello spazio (da cultura a cultura) dei valori simbolici attribuiti ai segni e alle cose.
 
Rimando, quindi, all’auspicabile lavoro di un esperto l’interpretazione esauriente dell’antico stemma civico agerolese. Ma, in attesa di ciò, ricordo che la stella a sei punte o raggi, in araldica simboleggia l’aspirazione a cose superiori o a grandi azioni, auspice di un luminoso avvenire per i discendenti della famiglia o – nel caso di stemma civico – della comunità che quel simbolo ha posto nel suo stemma. Ma la stella veniva usata anche per simboleggiare finezza d’animo e mente rivola a Dio. Vi è poi la possibilità – ma tutta da approfondire – di un valore politico: in Lombardia e in Toscana, ad esempio, le stelle comparivano sugli stemmi dei Guelfi; mentre in Romagna tre stelle “in capo distinguevano i Ghibellini”.
Per quanto riguarda la banda rossa sulla quale sono caricate le stelle, ricordo che essa compare anche nel campo superiore destro8 dello stemma di Amalfi e che lo storico Giuseppe Gargano la interpreta come simbolo delle vantate origini romane dei fondatori della città nell’Alto Medio Evo.
Passando alle due ali che compaiono nello stemma medievale di Agerola, ricordo che il più antico simbolo che contiene due ali è il caduceo (dal greco antico κῆρυξ/κᾶρυξ kēryx/kāryx = “araldo”) del dio Hermes (Mercurio dei Romani), che oggi è il simbolo della medicina e alla farmacia, in origine il caduceo tutto simboleggiava pace ed equilibrio. In esso, le ali simboleggiano il primato dell’intelligenza sulla materialità.
 s5.jpg
 

Sant'Antonio Abate

Il Santo patrono di Agerola è Sant’Antonio Abate e viene celebrato il 17 gennaio. La sua statuta è situata nella Chiesa di S.Pietro Apostolo, dove si svolgono i festeggiamenti in suo onore. Egli è il santo patrono del bestiame (cavalli e maiali in particolare), degli allevatori, dei fabbricanti di spazzole (che una volta venivano realizzate con le setole dei maiali), dei salumieri, dei macellai, dei commercianti di tessuti e dei droghieri. Egli, inoltre, è il protettore dei panerai (poiché durante la sua esistenza era solito intrecciare i cestini per non oziare), degli eremiti (fondò il monachesimo) e dei becchini (pare abbia dato sepoltura cristiana all’abate Paolo). Infine, viene invocato contro le malattie della pelle, i foruncoli, la scabbia e ovviamente il fuoco di Sant’Antonio, in conseguenza dei suoi combattimenti con il demonio.Come ogni anno viene presentato un programma liturgico, dopo la celebrazione della Santa Messa segue la benedizione degli animali domestici. In serata, dopo la Messa delle 18:00, in seguito alla ''levata del bambinello'' eseguita dal nostro Vescovo, c'è il falò allestito nella piazza della Chiesa di S.Pietro Apostolo nella frazione di Pianillo. Inoltre come da tradizione c'è la distribuzione del pane ''tortano'' tradizionale agerolese e dei calendari dell'anno corrente.

272047161_462290542220866_1010122272569538911_n.jpg


PRESEPE VIVENTE

presepe vivente 2015

PRESEPE VIVENTE AGEROLA XXVII EDIZIONE AGEROLA FRAZIONE CAMPORA 26 DICEMBRE 2015 3-9 GENNAIO 2016 dalle 17,30 alle 20,30. Il primo presepe vivente della storia fu opera di San Francesco d’Assisi, nel borgo di Greccio, presso Rieti, nel 1223. Da allora, la tradizione si diffuse nel resto d’Italia e negli altri Paesi cristiani. Oggi, i presepi viventi sono organizzati pressoché in tutto il mondo occidentale cristiano, non solo cattolico, ma anche da parte di fedeli di altre Chiese. Il periodo in cui vengono svolti è quello delle festività natalizie.”Il CAMPORA 26 DICEMBRE 2015 2-9 GENNAIO 2016 dalle 17,30 alle 20,30. La Parrocchia di San Martino Vescovo di Campora e la Pro Loco di Agerola sono lienti di invitarvi alla XXVII edizione del PRESEPE VIVENTE che si terrà ad Agerola nella frazione di Campora. Ripercorrendo le viuzze del centro storico di Campora, il visitatore potrà apprezzare la realtà sociale e religiosa della rievocazione della nascita del Cristo, entrerà in simbiosi con i duecento personaggi figuranti e, tra una zeppola e una preghiera, avrà un’occasione unica di riflettere e meditare sul rinnovato messaggio di pace che la grotta vorrà trasmettere. Un inno a quanto l’uomo ha saputo creare nel corso dei millenni, uno speciale trattato su ciò che dovrebbe costituire la pietra miliare di ogni società civile, una sinfonia del bello e del buono custodito nei cuori di ognuno. La location scelta è di straordinaria bellezza, il borgo di Campora, uno scenario che sembra realizzato apposta per un evento di questa portata. Agerola, Comune della Campania in provincia di Napoli, dista circa 24 km dall’Autostrada A3 Napoli – Salerno con uscita al casello di Castellammare di Stabia: si prosegue, fino al bivio di Gragnano, poi, a destra si continua sulla Strada Statale n.366 per Agerola.
Organizzatore:
Parrocchia San Martino Vescovo e Pro Loco di Agerola
Sito Web: http://proagerola.it
Email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Telefono: 0818791064 – 3392428730 – Fax: 0818791064
Manifestazione all’aperto
Ingresso: gratuito
Si consiglia di calzare scarpe comode
per visionare i video sulle passate edizioni – You tube AGEROLA – Presepe Vivente del 700 Napoletano
video presepe vivente ad agerola

Facebook: pagina facebook del presepe vivente

PROPOSTE MENU RISTORANTI CONVENZIONATI CON PRESEPE VIVENTE DI AGEROLA