Una variante del Sentiero 12 che, per gradinate e stradine, attraversa lo sparso abitato di Furore e giunge al suo "fiordo", per ammirarne la bellezza naturale e per visitarne il caratteristico borgo marinaro e gli antichi opifici ad acqua.
Informazioni sul percorso
Percorrendo il Sentiero 12, o da Bomerano o da S.Lazzaro, giunti all'incrocio via Lamaro – Provinciale Agerola Amalfi, si prende la gradinata che porta alla Chiesa di S. Michele; lungo il percorso si interseca più volte la Provinciale. Si segue la gradinata fino a località le Porpore, si interseca la rotabile e, presso la spalla Ovest del ponte sul "fiordo" di Furore, si prende la gradinata che scende alla spiaggia che è al suo fondo (Marina di Furore).
Per il rientro ad Agerola ci si può avvalere delle corse SITA per Amalfi e, qui giunti, di quelle per Agerola.
Informazioni su valori e punti di interesse
Lungo la discesa attraverso Furore si cammina tra campi terrazzati, per lo più a vigna e a limoneto, strappati con tenacia alla ripida orografia del luogo. Qua e là si presentano esempi della tipica architettura amalfitana (case con loggiati a fornice e con coperture a volte estradossate), mentre si ammira il promontorio del Capo di Conca e la sagoma del Cilento al di là del Golfo. Superata il casale Porpora e avviandosi a scendere nella profonda e stretta gola terminale del Rio Penise, si comprende perché fu battezzata Schiato; termine di origine greca (da skiatos) che significa frattura, confine. Le sue pareti a picco la fanno sembrare davvero uno spacco dovuto a un improvviso movimento tettonico (mentre, in effetti, è frutto di lenta erosione fluviale; in passato rappresentava davvero un confine invalicabile prima che l'ardito ponte della Statale costiera riunisse le opposte sponde.
Le ultime rampe di scale, prima di giungere al fondo, passano nel suggestivo borgo marinaro di Marina Furoris, che incanta per le linee semplici ma eleganti delle varie casette, nonché per il modo in cui esse si accostano una all'altra; quasi "accucciate" nell'angusto spazio che qui offriva la roccia. A due passi dalle case vi è la battigia; penetrata nella gola a seguito del sollevamento del livello marino, avutosi dopo l'ultima glaciazione. Inoltrandosi verso terra, infine, si possono visitare la cappella rupestre di S. Caterina d'Alessandria, protettrice dei mugnai e gli antichi opifici ad acqua (tre mulini e due cartiere), che sono stati da poco restaurati e musealizzati.
• Lunghezza: 1,5 Km
• Tempo di percorrenza: 1 h
• Punti di partenza: Piazza Generale Avitabile, S. Lazzaro o Piazza Paolo Capasso, Bomerano
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