9. VALLE DELLE FERRIERE

Un'escursione da non perdere che porta nello splendido canyon della Valle delle Ferriere: sede di una vasta Riserva Naturale Integrale con diverse specie endemiche e rare, sia di flora che di fauna. Scendendo lungo il gorgogliante fiume Canneto, si ammirano anche cascate e ruderi secolari di mulini, cartiere e ferriere, per giungere infine nell'interessante centro storico di Amalfi.

ferriere 

DAL CANEGLIO A VALLE DELLE FERRIERE ED AMALFI

Informazioni sul percorso
Raggiunta in auto o a piedi la località Caneglio (su via Panoramica), nei pressi del ristorante La Taverna, si prende la mulattiera che sale verso Monte Murillo. Raggiunta la sommità si arriva ad un quadrivio, dove bisogna prendere l'unico sentiero in discesa sulla destra che, dopo alcuni tornanti in discesa e lungo un ampia via sterrata, conduce fino al fondo della valle di Nespola, per poi attraversare in quota il suo opposto fianco, prestando attenzione alla segnaletica di vernice rossa, apposta su rocce lungo il sentiero. Oltrepassato un castagneto, il sentiero si apre su una radura, caratterizzata dalla forte presenza di felce aquilina e cedui tagliati. Si prosegue sulla mulattiera stretta senza prendere alcuna deviazione, fino ad inoltrarsi di nuovo nel bosco. Dopo pochi metri, si imbocca una stretta mulattiera in discesa, con fondo prevalentemente roccioso. Dopo 500 m in discesa, si ha un bivio ove occorre svoltare a sinistra, scendendo lungo un ghiaione e incontrando la sorgente Acquolella. Proseguendo la discesa si oltrepassa un bivio, tenendosi a sinistra, per un sentiero che diventa più stretto e impervio. Senza farsi confondere dagli incroci con piste effimere create dal passaggio di muli, si continua a scendere fino a raggiungere un piccolo spiazzo con panorama dall'alto della Valle delle Ferriere. Si scende, quindi, lungo il versante a sinistra, all'interno di castagneti, fino ad intercettare -seguendolo sulla sinistra- il sentiero che da Pogerola conduce alla sorgente "Fico 'a noce". Una tabella in acciaio con inciso il nome di Giustino Fortunato, indica il punto in cui intraprendere la pista in discesa nella valle. Dopo un breve tratto, si costeggia il primo affluente del fiume Ceraso -corso principale della Valle delle Ferriere-, seguendo l'unico stretto sentiero che conduce al cuore della vallata. Arrivati in piano, riuscendo a scorgere il fiume Ceraso, si prosegue sul sentiero che, costeggiando l'antico acquedotto, conduce ad Amalfi, superando resti di cartiere, di una ferriera e di un'antica centrale idroelettrica riattata, con annesso museo. Svoltando a sinistra, invece, si giunge nella zona di massima protezione della Riserva, visitabile solo se autorizzati ed accompagnati da un ufficiale della Caserma Forestale, o da propri delegati. A tal proposito rivolgersi alla Pro Loco o all'Associazione Sentieri degli Dei.
Per il rientro ad Agerola ci si può servire delle corse della SITA, con cambio ad Amalfi.

 

Informazioni su valori e punti di interesse
Nell'iniziale tratto in salita, si ammira un panorama che ha in primo piano la Conca di Agerola con al fondo lo "spacco" tagliato dal Rio Penise e, lato mare, l'improvvisa troncatura creata dagli sprofondamenti tettonici che crearono il Golfo di Salerno. Altre ampie visuali sul Golfo e sulla Costiera si godono più avanti, quando si passa lungo il fianco Sud del M. Molignano. Nel frattempo si transita tra fitti castagneti e, sui tratti più rocciosi e soleggiati, tra commistioni di macchia, querceto misto e gariga. Più avanti ci si affaccia sulla Valle delle Ferriere: un canyon profondo fino ad 800 metri, che le acque piovane e sorgive hanno scavato (in duri calcari cretacici e giurassici) al ritmo medio di circa mezzo millimetro all'anno.
Oltre che per il suo paesaggio quasi alpestre e per i ruderi di antichi opifici ad acqua, la Valle è famosa per le peculiarità della sua flora. Il microclima varia da punto a punto e l'esposizione dei versanti finisce spesso per pesare più della quota; ne conseguono fenomeni di "inversione della vegetazione", con gli ontani e i carpini che scendono fino al fondovalle e la gariga che, di contro, sale a quote quasi montane.
Nella zona delle cascate, il microclima del fondovalle è favorevole ad una vegetazione quasi da sottobosco tropicale (amante dell'ombra e dell'umidità), nella quale spiccano tre specie di felci: la grande Woodwardia radicans (qui sopravvissuta ai freddi dell'ultima glaciazione) e le più piccole Pteris cretica e Pteris vittata. Nella stessa zona, presso alcune piccole sorgenti che danno acqua carica di bicarbonato di calcio, si vede del travertino in formazione che incrosta e pietrifica erbe e muschi.
Le acque del fiume ospitano, tra l'altro, vari anfibi, tra i quali dei tritoni, la salamandra pezzata e la rara salamandrina dagli occhiali; animaletti che entrano nella dieta delle lontre che frequentano le pozze fluviali e sorgive più appartate della valle.
Uscendo dalla valle in direzione di Amalfi, si incontrano vari affascinanti ruderi di antichi opifici (da medievali ad ottocenteschi) che traevano forza motrice dall'acqua. Si tratta di cartiere, mulini e ferriere. In quest'ultime l'acqua, cadendo violentemente in un pozzo, produceva anche il vento che andava soffiato sulle braci che provvedevano alle fusioni. A chi volesse approfondire il tema cartiere, si consiglia di includere nella doverosa visita ad Amalfi, una sosta al Museo della Carta

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• Lunghezza: 6 Km circa 

Tempo di percorrenza: 4 h circa 

• Punto di partenza: Piazza Generale Avitabile, S. Lazzaro