8. SANTA MARIA DEI MONTI

Escursione lunga ma facile, che porta agli altipiani intorno a quota mille, che separano Agerola da Scala e Ravello; due gioielli storico-artistici della Costiera Amalfitana. Per strada, ampi panorami sul Golfo di Salerno, sorgenti cristalline, freschi boschi e radure erbose che in primavera si riempiono di fiori.

 

DA GEMINI A SCALA E RAVELLO PER COLLE S. ANGELO E S. MARIA DEI MONTI

Informazioni sul percorso
Nei pressi dell'ingresso del tunnel per Gragnano (località Gemini), si imbocca la rotabile a sinistra (via Traforo) e, dopo 30 m circa, si devia a sinistra su una ripida stradina in salita che poco dopo diventa una mulattiera a gradoni lastricata in pietra. Seguendola tutta, si sale di circa 250 m e si giunge sullo spartiacque principale della dorsale montuosa, nei pressi del rudere di S. Angelo a Jugo. Qui si interseca l'Alta via dei Monti Lattari (Sentiero CAI 300). Si prosegue a destra, in piano, lungo una sterrata di ampie dimensioni. Al bivio che si presenta dopo 800 m circa, si continua a destra, su una pista in salita che attraversa un castagneto e che, più avanti, presenta tratti cementati. Circa 1 km più avanti, all'altezza di un bivio, si tiene la sinistra, proseguendo sulla sterrata di ampie dimensioni che costeggia la recinzione della Riserva Valle delle Ferriere. Superata la mole del Monte Cervigliano, in corrispondenza di un secondo bivio, si tiene la destra, seguendo la mulattiera che attraversa il Piano del Ceraso, fino a giungere all'altopiano di Santa Maria dei Monti e, quindi, ad un piccolo altare; da qui partono le scale in discesa per S. Caterina di Scala, da dove si prosegue fino ad arrivare al bivio stradale Scala-Ravello.
Per il rientro ad Agerola ci si può servire delle corse della SITA, con cambio ad Amalfi.

 

Informazioni su valori e punti di interesse
Prima di imboccare il sentiero, si può andare al vicino imbocco del tunnel ottocentesco (quello a destra del nuovo) per osservare la antiche tecniche costruttive. Preso poi il sentiero e superate le ultime case, si cammina sul miglior esempio di come erano ampie e rifinite le mulattiere principali dell'area, quando - tra i secoli della Repubblica Marinara e l'apertura delle rotabili moderne - esse rappresentavano le uniche vie di collegamento tra i vari centri. L'arrivo sul crinale avviene presso i pochi ruderi della chiesetta di S. Angelo a Jugo, che fungeva anche da vedetta per raccogliere e rimandare verso la Costiera i segnali di allarme eventualmente lanciati dal castello di Pino (vedi Sentiero 6). Seguendo il crinale si ammira il panorama verso Napoli, la Piana del Sarno e il Vesuvio (ma se l'aria è limpida, anche sui più distanti monti della Campania settentrionale). Nel tratto che passa sotto la cima del MonteCervigliano si incontrano alcune sorgenti che si devono alla presenza di un accavallamento tettonico dei calcari su rocce impermeabili. Successivamente si percorre un paesaggio a basse pendenze e a tratti pianeggiante, che fu modellato dall'erosione e dal carsismo prima che i Monti Lattari fossero sollevati alle loro quote attuali . La vegetazione alterna castagneti, ontaneti e boschi misti in cui troviamo il Carpino e il Faggio. Nelle radure erbose si hanno esplosioni di Felce aquilina e, in primavera, splendide fioriture di colchici e di narcisi.
Nel cielo è possibile veder passare falchi e poiane, mentre il picchio rosso può rivelarsi con il suo tipico picchiettio e il cuculo con il suo inconfondibile verso. Transitando per il rudere di S. Maria dei Monti il pensiero va a S. Alfonso de' Liguori, che qui saliva a meditare e che anche da questi paesaggi, percorsi da pastori, dovette trarre spunto per la sua celebre Tu scendi dalle stelle.
Mentre si scende dal ciglio orientale dell'altipiano verso Scala, si cammina su strati di calcare marino del Cretacico superiore (a tratti fossiliferi), mentre si ammira la bella panoramica sui Monti del Demanio (ultime cime dei Monti Lattari prima della retrostante sella di Cava dei Tirreni), che terminano a mare con il frastagliato Capo d'Orso. Più vicine, quasi ai nostri piedi, le case e le chiese di Scala e di Ravello, con in mezzo il solco scavato dal Reginola-Dragone.

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• Lunghezza: 10 Km 

• Tempo di percorrenza: 5 h 

• Punto di partenza: località Traforo, Campora