Nella nostra rubrica dedicata ai percorsi del gusto questa volta vi proponiamo un itinerario della Costiera amalfitana lontano dalle mete più gettonate e sotto i riflettori (come Positano e Amalfi) per conoscerne davvero i luoghi, la storia e le tradizioni sotto una luce completamente diversa. Cercheremo di farvi vivere la magia della costiera non come un qualsiasi turista, ma quasi alla stregua di un abitante di quei luoghi.
 
 
Il comune di Agerola è in provincia di Napoli però il suo territorio si estende dalle vette dei monti Lattari fino al comune di Furore, che segna il confine con la provincia di Salerno nonché l’ingresso alla famosa Costa d’Amalfi, dall’alto delle sue strade ripide e tortuose ma da dove si comincia a godere di vedute incantevoli.

 

 
 
La tradizione gastronomica di questi luoghi è risalente negli anni ed è di notevole importanza, sarebbe già sufficiente ricordare che per la maggior parte degli storici della gastronomia il fiordilatte di “Agerola”rappresenta l’ingrediente per eccellenza della originale pizza “margherita”… sì, proprio quello usato la prima volta che venne realizzata in onore dell’omonima Regina e che ancora oggi dona quel qualcosa in più alle preparazioni dei mastri pizzaioli che ne fanno sapientemente uso.

Il segreto di tanta bontà risiede ovviamente nella genuinità e freschezza del latte adoperato nella produzione che proviene esclusivamente dalla razza bovina allevata su quelle montagne che, come detto, si chiamano proprio monti “lattari”. Per questo, la varietà dei latticini prodotti non si ferma al Fiordilatte ma offre un altrettanto famoso “provolone del monaco” e diversi tipi di scamorze sia fresche che affumicate e infine la speciale provola da mozzarella affumicata ideale da mangiare fresca o per altre fantasie culinarie. Questi formaggi agerolesi sono noti in tutto il paese e anche all’estero per la loro particolare genuinità e gustosità e per le spiccate caratteristiche organolettiche.

 
 
La terra di rara fertilità e le tipiche coltivazioni a terrazza unite ad un sole che unicamente su quelle terre risplende con tale sorriso creano le condizioni ideali per la crescita di prodotti ortofrutticoli di estrema bontà. La fa da padrone sicuramente il pomodorino cosiddetto spungillo o piennolo così chiamato per la particolare forma “pizzuta” e per l’abitudine di conservarlo appeso in abbondanti grappoli detti sciocche. Oltre che dalla singolare forma, è caratterizzato da un colore rosso vivo e da una carnosa polpa di sapore dolce-acidulo che lo rende ideale per ogni tipo di preparazione, anche semplicemente “schiattato” su una fetta di pane con un filo d’olio e una foglia di basilico come era abitudine dei vecchi contadini agerolesi durante il lavoro nei campi.

Trattandosi di collina/montagna, le altre coltivazioni sono quelle classiche delle zone boschive di alta quota, come noci e castagne; oltre alla silvicoltura, non mancano prodotti della coltivazione a terra come broccoli, cicorie, zucche e cipolle, ma soprattutto la patata novella, detta anche biancona proprio perché di evidente colorazione chiara essendo ottenuta da varietà assai precoci e raccolta prima della completa maturazione della buccia (infatti è particolarmente adatta al consumo da fresca).

Per gli amanti dei legumi da non perdere i fagioli lardari o tondini per la loro caratteristica forma tondeggiante, sono una prerogativa della provincia di Napoli e in particolare del comune di Agerola e vengono coltivati con la pianta fatta “rampicare” intorno a canne di sostegno piantate nel terreno. Sono di piccole dimensioni e hanno un sapore molto intenso ideali per la pasta e fagioli, zuppe e minestroni di verdure.

 
Sulla gastronomia agerolese un discorso a parte merita la panificazione poiché Agerola è “città del pane” prestigioso riconoscimento a livello nazionale di cui si fregiano i comuni italiani dove l’alimento principe assume particolare pregio e rilevanza grazie alle tipologie prodotte e all’attenzione in tutta la filiera di produzione, dal grano alla tavola. Assolutamente da provare i taralli agerolesi e il pane biscottato di grano integralerisalente all’antica Repubblica marinara e detto “biscotto delle navi” poiché essendo secco era di facile conservazione e costituiva l’approvvigionamento principale delle navi che prendevano il mare; provatene una fetta bagnata con un paio di pomodorini piennoli e un filo d’olio d’oliva!

Risale addirittura all’epoca romana la produzione dei salumi tipici agerolesi poi affermatasi con la Repubblica amalfitana. Una vera e propria tradizione del maiale allevato per poi goderne le carni dopo un’attenta e sapiente lavorazione artigianale di cui solo i pochi salumifici del luoghi conservano i segreti. Nel ricco tagliere potete scegliere tra capocollo, guanciale e prosciutto di montagna: se volete farvi del male, fate sciogliere una fettina di lardo aromatico su una fettina di pane casereccio! Se per problemi di linea non gradite gli insaccati di maiale, lasciatevi tentare da una gran bella bistecca o costata di manzo della pregiata razza dei Monti Lattari che ovviamente non fornisce solo il latte per i latticini ma anche dei tagli di carne di infinita tenerezza e bontà.

La coltivazione a terrazze di cui si è già detto favorisce ovviamente anche una viticoltura di qualità da cui vengono ricavati vini che si abbinano perfettamente alle squisitezze locali che vi abbiamo fino ad ora proposto. Parliamo di Campania e già questa è una garanzia a livello enologico, unitela al contesto territoriale particolarmente favorevole data la posizione geografica, così otterrete vini di una certa sostanza come il “forgiato”, il “piedirosso pompeiano” o il più conosciuto rosso “Vesuvio” prodotti con le classiche uve autoctone come piedirosso vulcanico, appunto, ed aglianico. Tra i bianchi, da provare la falanghina ed il vesuvio bianco.

 
 
Vista la quantità di cibo proposta ed essendo comunque un posto di montagna, nella tradizione agerolese non poteva mancare il culto dell’ammazzacaffè praticato con una serie di liquori e distillati di ogni genere: liquore di amarene o di fragoline di bosco o di gelso, finocchietto, mirto e nocino, senza dimenticare gli immancabili grappa e limoncello, tutto rigorosamente fatto in casa….

ESCURSIONI

Al di là delle prelibatezze da gustare, Agerola ha una posizione invidiabile per chi vuole vivere una costiera meno caotica e più ricca di alternative rispetto alle mete più gettonate e dispendiose.  Basta percorrere la via centrale che taglia il paese per passare da un paesaggio quasi alpino fino al versante opposto dove si può tuffare lo sguardo a picco su gran parte della costa d’Amalfi senza dimenticare che con la superstrada si arriva comodamente a Castellammare di Stabia e Gragnano per poi raggiungere i siti archeologici di Pompei e Oplontis.

 

 
 
 

Se non siete automuniti, è molto facile noleggiare moto e biciclette che, su richiesta, vengono consegnate dove preferite. In bici, naturalmente c’è bisogno di molta resistenza per percorrere i ripidi saliscendi e le tortuose curve di tutte le strade della Costiera ma si avrà il privilegio di evitare il traffico, specie in alta stagione, e di potersi fermare in ogni momento ad ammirare gli splendidi panorami a picco sul mare e gli innumerevoli presepi scavati nella roccia lungo la strada da Amalfi a Praiano.

Se invece amate le lunghe passeggiate a piedi, Agerola costituisce il punto ideale perché da qui si dipartono diversi sentieri da percorrere in vero stile trekking e che conducono in diversi siti di interesse. Il più famoso è senz’altro il “Sentiero degli Dei” che, dalle pendici dei monti agerolesi conduce giù addirittura fino a Positano e anticamente veniva percorso da tutti coloro che durante la calda stagione scendevano dai paesini collinari per trovare refrigerio verso il mare. Per chi ha visitato le Cinque Terre, il percorso ricorda molto il sentiero più alto tra Corniglia e Vernazza.

Percorrendo la strada che da Agerola scende verso il litorale fermatevi ad ammirare Furore detto il “paese dipinto” dove i variopinti murales ne fanno un vero e proprio museo a cielo aperto che unitamente al resto del paesaggio lo rende un luogo incantato e suggestivo.

 

 

 
Proseguendo per Praiano, si arriva improvvisamente al Fiordo di Furore. Non essendo segnalato e privo di possibilità di parcheggio consentito non è una sosta semplice se si è in auto, ma trovate il modo perché varrà veramente la pena farsi una passeggiata sul Fiordo.
Questo angolo di paradiso colpì a tal punto il famoso regista Rossellini che il piccolo borgo dei pescatori divenne il set per  diverse scene dei suoi più famosi film e non solo, perché il regista vi comprò due monazeni,  piccole casette che anticamente venivano usate come deposito del materiale dei pescatori.
 
Proseguendo ancora sulla litoranea fermatevi alla minuscola spiaggia di Furore per percorrere la camminata romantica scavata nella roccia che conduce al famoso night club “L’Africana” meta obbligata per la movida nei mitici anni Sessanta e che segna il confine naturale con Praiano.
Se non volete girare in auto o non avete tempo né  voglia di scendere giù in costiera, allora vi basterà fare una breve passeggiata fino al punto panoramico di Agerola per convincersi che vale da sola il “prezzo del biglietto” come si suol dire. Da lì potrete toccare il cielo con un dito e allo stesso tempo godere di una delle più belle vedute panoramiche del pianeta.
 
 
Si tratta di spaziare la vista a 360° poiché dal lato montano si ammira un’area che va dalla vetta del monte Paipo a quasi 1.000 metri slm fino alla valle delle ferriere, mentre dal lato mare dovrete stropicciare gli occhi per controllare se siete svegli perché vi troverete affacciati a picco ad abbandonare lo sguardo su un tratto di costa che va da Praiano fino a tutto il golfo di Salerno.